Massimo Polidoro ci ha condotto in un viaggio affascinante nei misteri della mente umana.
Il personaggio letterario di Sherlock Holmes è la perfetta incarnazione del raziocinio, della ragione perfetta e asettica, contrapposto al dottor Watson che “guarda ma non vede”. Ma è, appunto, un personaggio letterario, e il nostro cervello non può funzionare come quello di Holmes se non per intervalli di tempo ridotti e contingentati, lasciando il resto del tempo la parte veloce, intuitiva, efficiente ma fallace al comando.
E’ questa parte del nostro pensiero, che è poi quella che ha permesso all’homo sapiens la sopravvivenza nei millenni, quella che regola la maggior parte della nostra giornata, portandoci in certe situazioni particolari a essere ingannati o a prendere decisioni non corrette.
Però già il fatto di essere consci di questi nostri limiti ci permette di avere un controllo migliore sulla nostra vita quotidiana. Anche solo il fatto di avere dei dubbi, di porci delle domande, di ammettere che non siamo perfetti né onniscienti ci fornisce uno stimolo verso un automiglioramento.
Se a questo affianchiamo l’uso del metodo scientifico non diventeremo Sherlock Holmes, ma la nostra visione del mondo che ci circonda sarà sicuramente più attenta e consapevole