Intervistati da Marco Minuz due giganti della storia della fotografia, Guido Guidi e Italo Zannier, si sono raccontati sul palco dell’auditorium del Vendramini gremito di appassionati.
I due maestri si sono conosciuti nel 1960 a Venezia, Italo Zannier il maestro, Guido Guidi l’allievo. “E’ sempre uguale dal 1960! La sua fotografia è difficile, sorniona: chi la capisce, capisce la fotografia!” dice Italo Zannier dell’allievo. Che racconta delle lezioni silenti apprese, non con le parole, ma con la semplice osservazione delle fotografie scelte e di quelle scartate. Perché nel silenzio si può pensare, e la fotografia, che non è riproduzione della realtà, quando è buona è prima di tutto pensiero.
Guido Guidi ha detto di sé: “Sono un ex ragazzo di campagna, non penso la mia fotografia sia difficile. La mia fotografia parla delle periferie, perchè aborro il centro, aborro i monumenti che non siano una chiesa romanica o gotica. Mi piace l’architettura minore”.
“Senza la curiosità non c’è vita, figuriamoci la fotografia”, ha affermato Italo Zannier, “per me è importante credere in quello che facciamo, in quello che amiamo; produrre, cioè fare senza accampare scuse, con determinazione; ottenere, senza alibi e senza falsità. Ottenere grandi cose non è da tutti, importante però provarci fino in fondo, in maniera onesta e sincera, con determinazione.”
Una testimonianza toccante di due grandi maestri che già oggi sono parte della Storia della Fotografia mondiale.