Nonis, Giacomello, Marinato, Toè – Cucina senza confini – Pordenone – 20 giugno 2025

Quattro protagonisti della cucina e gastronomia nazionale e internazionale di confrontano, si raccontano e descrivono le loro storie ed esperienza.
Quattro professionisti che, dal triveneto, hanno saputo conquistare i palati di tutto il mondo con la loro professionalità. Masterchef ha dato una vera svolta, con aspetti positivi e negativi, al mondo della ristorazione. Da un lato negli anni ’90 le scuole alberghiere erano una scelta di pochi, “per esiliati” scherzano gli chef sul palco. Il proliferare di trasmissioni ha fatto scegliere queste scuole a tantissimi ragazzi, dando però l’illusione che si possa diventare chef velocemente e senza fatica. Non è affatto così: le storie sul palco sono storie di studio, di profonda ricerca, di sacrifici. Nelle cucine francesi volavano insulti e piatti ad ogni errore; i corsi di lievitazione erano al pomeriggio, tra una notte in bianco e l’altra, ogni piatto è una ricerca attenta, un percorso costellato di tentativi sbagliati prima di ottenere il risultato; e si lavora sempre con quel che c’è (come il tritacarne, che veniva usato per impastare, raccontato da Ezio Marinato).
Una parola che risuona spesso é rispetto. Rispetto per le materie prime (Fabrizio Nonis auspica che sempre più si possano usare tagli meno nobili per ridurre il numero di animali abbattuti e gli sprechi alimentari); rispetto per il cliente, che, come spiega bene Terry Giacomello, è giusto possa vivere, per quello che paga, un’esperienza unica e memorabile. Rispetto reciproco nella brigata di cucina, che deve lavorare come una squadra affiatata. E, come dice Alberto Toè, un “grazie” a volte vale più di una stella Michelin.
Certo, certi settori devono fare ancora strada per ottenere il riconoscimento dei propri sforzi: sapere, in ristorante, chi ha fatto il pane o ha procurato la carne, può essere un passo verso una maggiore autorevolezza di professionisti che lavorano con grande passione e serietà, ma serve un impegno corale degli specialisti di questi settori per creare un movimento.
La cucina è una lingua universale. Quando mettiamo un piatto davanti a persone di diverse culture e fedi, riescono a comunicare e a emanare energie positive. L’Italia, in particolare, sta vivendo un momento d’oro, con la cucina italiana che è la più richiesta ovunque nel mondo. Abbiamo il dovere e l’orgoglio di portare i nostri prodotti che ci rappresentano all’estero.

Foto di Antonio Ros

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