Bellissimo incontro con Marco Camisani Calzolari, che ha tenuto altissima l’attenzione del grande pubblico che ha affollato il teatro Mascherini di Azzano Decimo.
Il digitale è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, anche per chi cerca di evitarlo. Non possiamo tornare indietro: l’evoluzione tecnologica è continua e ci impone di restare aggiornati per non essere travolti. Ogni ambito, dal lavoro alla comunicazione, ne è permeato.
Per questo serve una solida cultura digitale, che ci consenta di guidare il cambiamento, e non di subirlo. I giovani, pur essendo “nativi digitali”, sono spesso esposti ai rischi dei social: dipendenza, disinformazione, perdita della privacy. Le piattaforme sfruttano i nostri dati, creano bolle di opinione e ci mostrano solo ciò che ci piace, impedendo il confronto con il diverso.
Per affrontare tutto questo, non bastano le competenze tecniche. Sono fondamentali le soft skills (gestione del tempo, spirito critico, empatia) e un ritorno alle materie umanistiche, per dare senso e direzione all’innovazione.
Un tema troppo sottovalutato è la cybersecurity: ogni anno si registrano miliardi di attacchi informatici. Truffe, deepfake, furti di dati sono in aumento, e spesso passano proprio per le nostre “debolezze” umane.
E poi c’è l’intelligenza artificiale: non è davvero intelligente, ma è potentissima. Non capisce, ma imita. Non sente, ma apprende dai dati. È uno strumento che può potenziare il lavoro umano, ma può anche sostituirlo. Chi non impara a usarla, rischia di restare indietro.
Serve una riflessione profonda, anche etica e giuridica, sull’uso dell’IA e del digitale. La tecnologia avanza, ma siamo pronti a lasciarle decidere per noi?
Il vero nemico oggi è la mentalità dell’ “abbiamo sempre fatto così”. Serve un cambiamento culturale urgente: il futuro è già qui, ma spetta a noi scegliere come viverlo.
Foto di Antonio Ros