Calcagno, Ferraro, Santagostino – Apple, Olivetti e gli altri – Pordenone – 15 novembre 2025

In poche decine d’anni nel mondo è avvenuta una rivoluzione tecnologica straordinaria, che ha visto l’Italia grande protagonista.

E’ la fine degli anni ’50 quando il figlio di Camillo Olivetti, Adriano, di ritorno dagli studi in America porta la propria visione in azienda. La Olivetti era leader mondiale nel settore delle macchine da scrivere, aveva competenze straordinarie e ineguagliate al mondo; si lancia comunque in un’avventura incredibile sposando le idee di Enrico Fermi e grazie alla geniale intraprendenza di Mario Tchou. Senza fondi pubblici ci si rivolge alle università toscane e all’università di Pisa viene realizzato il primo computer (calcolatore) italiano, il CEP. Viene creata la fabbrica di transistor SGS (oggi ST microelectronics), e viene creato il primo computer a transistor, l’ELEA. L’Italia arriva prima degli Stati Uniti, Olivetti batte IBM.

Due morti improvvise, quella di Adriano Olivetti nel 1960 e quella di Mario Tchou nel 1961, sembrano sbarrare la strada all’ascesa nel mercato dell’elettronica di Olivetti. Però a Ivrea succede una cosa straordinaria: mentre il mondo guardava a computer sempre più grossi e potenti l’ing. Perotti pensa a un cambio di paradigma: un computer che possa stare su una scrivania. Raduna attorno a sé un gruppo di ragazzi (il più giovane, Garzera, aveva 19 anni) e si mettono a rivoluzionare tutto. Nonostante il direttore li osteggiasse vanno avanti e inventano tutto: un supporto di memoria magnetico, un linguaggio di programmazione, la memoria magnetica selettiva. Quando nel 1965 la presentano all’esposizione universale di New York diventa il caso dell’anno.

E’ l’avvio di una autentica rivoluzione. Nel giro di pochi anni le cose succedono a una velocità straoridnaria. Nasce l’Altair 8800, il computer da casa su cui Paul Allen e Bill Gates scrivono il basic (che poi vendono per conto di un’azienda che ancora non era nemmeno stata fondata, la Microsoft). In un garage californiano due ragazzi brillantissimi assemblano con dei chip della Commodore un prototipo, l’Apple I, con cui riescono a convincere un negoziante a vendere i loro prodotti e con un azzardo incredibile, vendono il furgone e comprano a credito i componenti, e fabbricano i primi 50 pezzi.

Il tempo corre, escono i primi home computer, la trinità. E’ il 77, Apple II, Commodore PET e Tandy Radio Shack arrivano sugli scaffali. Pochi anni e arrivano i primi home computer. Nel 1981 il primo computer portatile (sempre a patto di saper sollevare i 45 chili di peso) è l’Osborne 1. Esce nel 1981 il primo IBM PC (esce anche M20 di Olivetti, con l’imperdonabile errore di un sistema operativo complicatissimo, il PICOS, con comandi di due lettere) Lo standard era il CPM di digital, da cui nascerà il DOS.

In Xerox nasce il mouse con l’ing. Engelbert, e con esso il primo computer con user interface. In Apple Jeff Rustin convince Jobs a comprare brevetti e tecnologia, e in breve tempo arrivano Lisa e il grande successo di Macintosh. Microsoft copia l’interfaccia e crea Windows.

Stefania Calcagno, Alessio Ferraro e Carlo Santagostino hanno raccontato con entusiasmo e trasporto tre decenni straordinari, che hanno cambiato il mondo e fatto entrare nelle nostre case i computer come li conosciamo oggi.

Alessandro Tavecchio – Il web in terza persona – Pordenone – 15 novembre 2025
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